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jueves, 16 de mayo de 2013

Nostalgia



Erano i primi giorni dell’inverno, c’era freddo, il vento faceva sbattere tutte le finestre della casa e Andrea era da solo con i suoi ricordi. Lì dove aveva vissuto quando era poco più di un bambino. Ora che i suoi genitori erano morti da poco e Teresa lo aveva lasciato tre anni fa, si trovava nella casa della sua infanzia. Di fronte a sè c’era un baule che appena ricordava che esisteva, infatti non saliva mai al soffitto, perché sua madre diceva che non era sicuro.

Poco a poco ricordava, ricordava, ricordava... 


Andrea:

Oh!, ecco il cavallo a dondolo con cui sognavo di essere un gran capitano, la palla con cui avevo rotto un cristallo della finestra del soggiorno; la mia mamma mi ha detto: “Quando sarai grande non ti piacerà ricordare tutto questo”. Ma non era vero, avevo soltanto un po’ di nostalgia per le cose e le persone che non sarebbero venute mai.

Ma va, Cosa abbiamo quì? Ah, sì, il foulard che mettevo alla testa per fare il pirata, e come si arraviava Gigi perchè lui non ne aveva uno uguale. Gigi era figlio di zia Carlota, noioso, debole, un po’ grasso, aveva paura di tutto, non potevamo andare via perchè sua madre diceva che era pericoloso. Quando era con noi, la sera ci sembrava eterna. Ma tutta l’estate dovevamo essere con lui, abitava vicino a noi ed erano gli unici bambini in dieci chilometri.

Ma guarda! Il quaderno dei miei disegni, ecco l’uccello che stava sempre sull’albero dell’ingresso della casa, una mucca, un porcellino, un gallo... e Marcela, la figlia del contadino Michele, dove sarà adesso? Sarà sposata? Avrà figli?, Beh, che me ne importa!

Mio padre diceva che sarei stato pittore, managgia! Adesso faccio l’impiegato otto ore al giorno in un ufficio perso della mano di Dio.

Era il mio destino, essere da solo rimanendo soltanto con il mio gatto e con i miei ricordi...

 Carletto 

Continuerà

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